Motiv-azioni

A ripercorrere la storia del Festival in questi primi vent’anni se ne può rintracciare il reticolo di senso, le mille linee della stringa Deleuze-Guattari-Michaux (stringa che stabilisce una direzione a ritroso, dall’estetica alla Poesia) che lo rende unico nel panorama italiano. Con “Deinon”, ad esempio, storica istallazione nella grotta di Seiano che precedette il memorabile evento di Brian Eno del 2007, la percorrenza verso il Pausyllipon, luogo “pagano di piaceri” assume come epigrafi-segnaposto le idee di Distinzione, Azione, Meditazione… fino all’ultima, che al termine di centinaia di metri di roccia perforata (con furore di scavi), si qualifica quale “Devozione”, o gesto di uscita metaforica dal tunnel del sé.

Il nesso con luoghi dalla costituzione assertiva è fortissimo, anche negli eventi realizzati al Real Albergo dei Poveri, tempi in cui Mimmo Jodice ne stigmatizzava la ritualità di Rudere e Serraglio dello spirito, ferito da una umanità sofferente e ultima, diviene santuario di musiche elettriche, eletto alla “cancellazione del debito” e “verso la musica che verrà”.
Sempre riluce, quindi, la trama della contemporaneità, quasi paradossale in una città che spesso si fa memoria incrostata e ingombrante fino all’autoreferenza, ma pur sempre con sembianze di tufo, pietra bellissima, porosa e sempre cangiante: pietra personalistica, verrebbe quasi da dire.

E la texture mostra allora un altro filo, quello comunitario, dacché Angeli Musicanti Festival, fa ancora storia a sé perché lega temi a luoghi, attraverso un mescolamento di storie artistiche diverse per generi e stili, nella prospettiva dello stile musicale dell’improvvisazione, estendendosi all’idea di una Comunità certamente urbana, forse assertiva, e tuttavia sempre aperta, biunivoca e “dialogante col presente”: trionfo della ricerca reiterata di senso del tempo “che fugge”, movimento permanente di artisti della avanguardia n-apòlide come Cilio-Neiwiller.

Angeli Musicanti Festival attraversa il Tempio-Teatro San Carlo di Napoli, i Giardini della Reggia di Capodimonte, il Maschio Angioino, il Monastero di Santa Chiara, l’Aracoeli di Roma, la Certosa di Capri, il Conservatorio San Pietro a Majella.. mostrando tutti questi luoghi in una luce diversa, perché ‘tematizza’ performances che diventano uniche per contenuti, quasi cascata estetica densa di esiti, e priva di possesso.

Le azioni, gli eventi, le prestigiose star che di volta in volta ne sono diventate protagoniste, che non occorre citare perché già incastonate nella prospezione della storia recente, ci hanno parlato in questi vent’anni di musica e Poesia, trasformando anche noi nel profondo, mostrandoci densi attraversamenti, segnali, profumi, e lanciandoci – forse persino – fuori dal mondo.

Musicamotus-MediterraneanMovement